HALLOWEEN: UN’OCCASIONE EDUCATIVA PER RIFLETTERE SU VITA, MORTE E PAURA

A cura di Ilaria Solazzo

Don Nicola Salsa: “Non si tratta di vietare, ma di educare alla luce di Cristo in un mondo che spesso sceglie l’ombra”

“Halloween: Un’Occasione di Riflessione sul Senso della Vita e della Morte”, Don Nicola Salsa

Ogni anno, nella parrocchia, la domanda torna puntuale: “Don, possiamo festeggiare Halloween quest’anno?” Questa richiesta, che si ripete quasi immutata, rispecchia un dibattito che attraversa famiglie, scuole e comunità cristiane. Da una parte, i genitori vedono in Halloween un’opportunità di svago per i figli, una festa leggera, fatta di maschere e dolcetti. Dall’altra, si percepisce una sensazione che questa celebrazione non sia del tutto “cristiana”. E in effetti, non lo è. Ma il problema non è tanto che qualcosa che viene dall’esterno sia di per sé sbagliato, quanto il messaggio che Halloween veicola, un messaggio che non nasce da una visione cristiana della vita e della morte.

Molti si chiedono: “Ma qual è il male? È solo un gioco, tanto non fa male”. Eppure, questa visione rischia di far passare inosservato l’insegnamento che la festa porta con sé, una lezione che, seppur inconsapevole, può segnare profondamente la crescita dei più piccoli.

La Morte: Un Tema da Affrontare con Serietà

Halloween, con le sue decorazioni macabre e i simboli legati alla morte, ci invita a riflettere proprio sul tema che più spesso viene evitato: la morte stessa. Viviamo in una società che ha paura di parlarne. Nelle famiglie, ma anche nelle scuole, si cerca di proteggere i bambini, usando eufemismi come “è andato in cielo” o “è in paradiso” per parlare della morte. Parole che, pur con buone intenzioni, creano confusione. Eppure, il tema della morte deve essere affrontato con verità. I bambini sentono quando non viene detto loro tutto e possono finir per pensare alla morte come a un evento magico o punitivo, un mistero da evitare.

È fondamentale educare alla vita e alla morte con sincerità. La morte non è un tabù, ma un passaggio naturale, un cammino che ogni persona affronta nel suo tempo. Solo così i bambini impareranno a vedere la morte come parte della vita stessa, senza paura, ma con un sano rispetto. La fede cristiana ci insegna che la morte non è la fine, ma un incontro con Dio che dà significato all’esistenza. Cristo, con la sua risurrezione, ha vinto la morte e ci offre la speranza della vita eterna. Il Vangelo, lungi dall’essere una favola consolatoria, parla della morte con serietà, ma anche con speranza. In questo, Halloween, con la sua leggerezza rispetto alla morte, rischia di banalizzare un tema che, purtroppo, non è mai abbastanza discusso.

La Paura: Un’Emozione da Comprendere

Un altro tema centrale di Halloween è la paura. Una paura che si gioca, che diventa gioco, brivido e adrenalina. Ma cosa rende la paura così affascinante? Perché i bambini la cercano e la desiderano? La paura è un’emozione fondamentale, che serve a proteggerci dai pericoli. Ma quando questa paura viene cercata solo per il piacere del brivido, si corre il rischio di trasformarla in una dipendenza emotiva.

L’educazione alla paura non consiste nel fuggirla, ma nel saperla affrontare. Un bambino che teme il buio, ad esempio, non deve essere semplicemente rassicurato dicendo che il buio non esiste, ma deve essere aiutato a stare nel buio, a comprendere che la sicurezza nasce dalla presenza, non dall’assenza del pericolo. Se Halloween insegna ad affrontare la paura in modo giocoso, rischia di creare una generazione di ragazzi che non riesce a distinguere la paura sana da quella pericolosa. La paura può diventare un’ottima maestra di saggezza, ma solo se accompagnata dalla fiducia e dalla presenza protettiva degli adulti.

L’Occulto: Un Tema Pericoloso

Infine, c’è l’aspetto più sottile, e forse più frainteso, di Halloween: l’occulto. “È solo un gioco”, si dice. Ma dietro le immagini di streghe, spiriti e demoni si nasconde un mondo che la fede cristiana considera pericoloso. Non è tanto il travestirsi da vampiro o da mummia che crea problema, quanto il fatto che Halloween normalizza simboli legati al male e al soprannaturale. La Chiesa ha sempre riconosciuto che l’occulto non è solo una superstizione o una fantasia, ma una realtà spirituale che può avere effetti reali sulla vita delle persone.

Purtroppo, l’occulto, ridotto a caricatura e travestimento, perde la sua serietà e diventa qualcosa di banale. Ma dietro queste pratiche, che sembrano innocenti, si nascondono pericoli concreti. Giocare con l’occulto, come con la magia o le evocazioni, può portare a esperienze che danneggiano profondamente l’anima. La Chiesa non invita a vivere nella paura, ma nella vigilanza. Il male esiste, ma Cristo ha vinto il male, e chi vive nella grazia di Dio non ha nulla da temere.

Halloween: Un’Occasione per Educare alla Vita

Non si tratta di vietare Halloween, ma di offrirne una lettura cristiana. Possiamo vivere questa festa come un’occasione educativa, per parlare della vita, della morte, della paura e dell’occulto. Halloween può diventare un momento di riflessione per insegnare ai ragazzi che la morte non è la fine, ma un passaggio; che la paura va affrontata con fiducia; che l’occulto non è un gioco, ma una realtà spirituale seria.

In un mondo che ama travestirsi da tenebra, la vera sfida per genitori, educatori e sacerdoti è quella di educare alla luce. Ogni volta che scegliamo la verità, la fiducia e l’amore, accendiamo una luce nel mondo. Cristo non ci chiama a scappare dal buio, ma a portare la sua luce nel buio del mondo. E forse, proprio attraverso un momento come Halloween, possiamo insegnare ai ragazzi che la vera speranza non si nasconde nei travestimenti, ma nella luce che proviene dalla fede.

Intervista a Don Nicola Salsa su Halloween: “Un’occasione educativa per riflettere su vita, morte e paura”.

Don Nicola, ogni anno, si ripropone la domanda su Halloween: possiamo celebrarlo in parrocchia? Qual è la sua posizione su questa festa?

Halloween, come molte altre tradizioni che vengono dall’esterno, porta con sé una riflessione importante. Non è tanto questione di vietarlo, quanto di comprenderne il significato profondo. La mia preoccupazione è che Halloween, nella sua forma attuale, trasmetta messaggi che non rispecchiano la visione cristiana della vita e della morte. Quello che possiamo fare, invece, è usarlo come un’occasione educativa per riflettere su temi fondamentali: la morte, la paura e l’occulto.

Halloween viene spesso vista come una festa innocente, soprattutto per i bambini. Crede che ci siano dei rischi nell’accompagnare i giovani a queste celebrazioni?

Halloween è sicuramente un momento di svago e divertimento per molti, ma dobbiamo chiederci cosa stiamo davvero insegnando ai nostri figli. I bambini, infatti, sono attratti da temi come la morte e la paura, ma quando li trattiamo in modo superficiale, senza una guida adeguata, rischiamo di banalizzare questi concetti. La morte non è un gioco, ma un passaggio naturale, e la paura non deve essere solo un’emozione da “provare” per divertirsi. L’educazione a questi temi deve essere fatta con serietà, non ignorata.

Quindi lei non vede Halloween come un’occasione di “divertimento” innocuo?

No, non proprio. Certamente, possiamo divertirci, ma è importante farlo con consapevolezza. Il problema non è la festa in sé, ma il modo in cui viene vissuta. Spesso si riduce tutto a maschere, dolci e scherzi, ma la festa ha radici che legano la morte e l’occulto, temi che non devono essere trattati alla leggera. Possiamo scegliere di celebrarla, ma non dobbiamo farlo senza pensare al messaggio che trasmettiamo ai più giovani.

Parliamo del tema della morte, che spesso viene trattato superficialmente in occasioni come Halloween. Come dovrebbe essere affrontato, soprattutto con i bambini?

La morte è una parte della vita, e parlarne in modo aperto e sincero è fondamentale per una corretta educazione. Molti genitori tendono a evitare l’argomento, usando frasi come “è andato in cielo”, che possono confondere i bambini. Dobbiamo imparare a parlare della morte con verità, ma anche con serenità. Per esempio, possiamo spiegare che la morte è un passaggio, non la fine, e che la vita è preziosa proprio perché non è infinita. La fede cristiana ci aiuta in questo, perché ci insegna che la morte non ha l’ultima parola: la risurrezione è la speranza che ci accompagna.

Halloween, quindi, rischia di svuotare il concetto di morte della sua profondità cristiana?

Esattamente. Halloween, con le sue tombe finte e i suoi scheletri danzanti, rischia di ridurre la morte a una macabra parodia, a qualcosa di ridicolo. Quando si scherza con la morte, si smette di darle il giusto rispetto, e si finisce per non riconoscere il valore della vita. Per un cristiano, la morte non è un finale, ma un passaggio che ci conduce alla vita eterna con Dio. Ridurre tutto a un gioco rischia di distorcere questa realtà.

Parlando della paura, che è un altro tema centrale di Halloween, come possiamo educare i bambini a gestirla senza spaventarli o minimizzarla?

La paura è un’emozione naturale che ci protegge, ma non va cercata per il piacere del brivido. Educare alla paura significa insegnare ai bambini a riconoscerla, a viverla senza fuggirla, affrontandola con fiducia. Un bambino che ha paura del buio, per esempio, non deve essere convinto che il buio non esista, ma deve imparare che la sicurezza non dipende dall’assenza del pericolo, ma dalla presenza di una guida, da qualcuno che sta con lui anche nel buio.

La paura diventa spesso un gioco durante Halloween, ma che effetti può avere questo atteggiamento sulla crescita dei ragazzi?

Quando la paura viene trattata come un gioco, il rischio è che i ragazzi imparino a vederla come qualcosa di eccitante o addirittura divertente, senza riconoscere il suo valore educativo. La paura è una maestra che ci insegna il nostro limite, la nostra vulnerabilità, e ci invita a fidarci. Se la trattiamo solo come un’emozione da cercare, rischiamo di non preparare i bambini ad affrontare le paure reali della vita con la giusta serietà.

L’occulto, spesso legato a Halloween, è un altro tema che preoccupa. Qual è la sua posizione su questo aspetto della festa?

L’occulto non è mai qualcosa di neutro. Dietro le immagini di streghe, fantasmi e spiriti, ci sono realtà spirituali che la fede cristiana considera pericolose. La Chiesa ci insegna a essere vigili, perché il male si presenta spesso sotto forme che sembrano innocenti o divertenti. Quando normalizziamo simboli e pratiche legate all’occulto, come giochi di magia o sedute spiritiche, rischiamo di abbassare la guardia su una realtà che non va mai sottovalutata. Non dobbiamo vivere nella paura, ma nella consapevolezza che esistono forze spirituali che operano nel silenzio e nella menzogna.

Halloween, quindi, può essere un’opportunità educativa, se ben gestita. Come possiamo, allora, affrontarla in modo cristiano?

Esattamente. Non si tratta di vietare Halloween, ma di usarlo come un’occasione di crescita. Possiamo parlare ai bambini della morte come di un passaggio, della paura come di un’emozione da affrontare con fiducia, e dell’occulto come di un territorio da evitare. Invece di rifiutare la festa, possiamo educare i ragazzi a distinguere ciò che fa bene da ciò che inganna, a riconoscere la luce di Cristo che vince le tenebre. Halloween può diventare un momento per riflettere sulla vita, sul coraggio e sulla fede.

Un’ultima domanda: come si può, nella pratica, educare i giovani a vivere la fede cristiana in un mondo che spesso traveste la realtà con l’apparenza del gioco e del divertimento?

Educare alla fede significa insegnare a vivere la verità, a scegliere la luce anche quando il mondo sembra preferire le tenebre. Non si tratta di scappare dal buio, ma di portare la luce di Cristo nel buio del mondo. Ogni volta che scegliamo la verità, la speranza e l’amore, accendiamo una luce che cresce, e questa è la vera sfida. La fede cristiana non è una fuga dalla realtà, ma un invito ad affrontarla con gli occhi di chi sa che, nonostante le difficoltà, la vita è più forte della morte e l’amore più forte di ogni paura.

La ringrazio, Don Nicola, per questa riflessione profonda e stimolante.

Grazie a voi per l’opportunità di condividere questi pensieri. La vera educazione alla vita inizia proprio dal saper distinguere ciò che porta alla luce e ciò che conduce nell’ombra.

Halloween, dunque, non è semplicemente una festa di travestimenti e dolcetti. Come sottolinea Don Nicola Salsa, questa ricorrenza può diventare un’opportunità educativa se affrontata con consapevolezza e riflessione. In un mondo che tende a minimizzare il significato della morte, della paura e dell’occulto, è fondamentale educare i giovani a una visione cristiana che non neghi queste realtà, ma le affronti con verità e speranza. La morte, infatti, non è la fine, ma un passaggio; la paura non è da fuggire, ma da superare con fiducia; e l’occulto non è mai un gioco, ma una dimensione che richiede vigilanza e discernimento.

Come genitori, educatori, catechisti, membri della comunità cristiana, fedeli cattolici, tutti abbiamo la responsabilità di guidare i giovani verso una comprensione profonda di questi temi, aiutandoli a distinguere ciò che è veramente utile per la loro crescita spirituale da ciò che rischia di ingannarli. In questo senso, Halloween non è da demonizzare, ma da vivere come un momento per accendere una luce di consapevolezza, coraggio e fede, in un tempo che spesso sembra preferire l’apparenza alla realtà. E, come ci ricorda il Vangelo, la luce di Cristo è più forte di ogni tenebra, anche quelle che a volte si travestono da gioco.

Loading