Si è concluso con grande successo e ampia partecipazione il Congresso Cardiacto 2025, al Marina Convention Center di Palermo. Per quattro giorni, grandi professionisti del settore si sono incontrati all’evento, organizzato da Alfredo Galassi, ordinario di Cardiologia e direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato cardiovascolare dell’Università degli Studi di Palermo. Presenti anche tanti specializzandi, futuri cardiologi, che si sono confrontati con i più grandi del settore.
Gli obiettivi del Congresso, organizzati con il supporto di Infocongress e gli sponsor partners, tra cui Sicily by Car di Tommaso Dragotto, erano quelli di dare un aggiornamento sulle diagnosi e le terapie delle principali malattie cardiovascolari, sulle innovazioni della cardiologia interventistica, dell’elettrofisiologia, cardiostimolazione e imaging cardiovascolare, sui percorsi diagnostico-terapeutici integrati tra medicina ospedaliera e medicina territoriale.
Grandi nomi della cardiologia internazionale, come quelli di Thomas Lüscher, Marco Metra, Carlo Pappone, Ciro Indolfi, Alberto Corsini, Pasquale Perrone Filardi, Gianfranco Sinagra e tanti altri, sono stati ascoltati da una affollatissima platea.
Il Congresso quest’anno è stato diviso in due fasi: quella interventistica percutanea con interventi dal vivo, sia sulle coronarie che sulle strutture del cuore, nelle prime due giornate. Gli interventi sono stati eseguiti dal Policlinico universitario Paolo Giaccone di Palermo e proiettati in diretta alla platea dell’auditorium. Nelle successive due giornate si è svolta la sezione clinica con approfondimenti e tavole rotonde.
«Abbiamo imparato che abbiamo delle tecnologie sempre più sofisticate e all’avanguardia che ci permettono, oggi, in cardiologia, di trattare i pazienti nel modo più accurato possibile. Dobbiamo essere sempre più precoci con i nostri interventi – spiega il professore Alfredo Galassi -. Abbiamo dei farmaci sempre più potenti ed efficaci ma vanno usati bene. Oggi, con queste metodiche e queste tecniche, abbiamo la possibilità di avere la massima efficienza sui pazienti, che, però, sono sempre più anziani e quindi hanno bisogno non solo di cure cardiologiche ma anche di altre, che devono essere somministrate dai medici del territorio. Infine, abbiamo imparato – conclude Galassi – che i giovani sono la nostra forza. Questo evento ha raccolto tanti giovani che noi formiamo all’Università. A loro, che sono i cardiologi del futuro, insegniamo la cardiologia moderna, senza dimenticare mai che al centro di tutto c’è sempre il paziente”.
Intervista video al prof Alfredo Galassi
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