Il 23 ottobre alle ore 21:00 presso il Mob-Palermo (in via San Lorenzo, 273); Pino Scotto festeggerà i suoi 70 anni, terminando nella nostra città un mini tour che lui stesso ha battezzato: Happy Fucking Birthday. Questo tour di nove tappe si aggiunge alle 150 tappe che lo hanno visto protagonista in lungo e in largo per lo stivale, per presentare il suo ultimo lavoro discografico dal titolo: Eye for an Eye. Per l’occasione, ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere telefoniche con il Rocker.

 Gixy: Ciao Pino, come stai?

Pino Scotto: Ciao, sempre rock!

Gixy: Sei pronto per festeggiare il 23 ottobre il tuo compleanno al Mob-Palermo?

Pino Scotto: Tu che dici?!Dopo centocinquanta tappe del tour Eye for an Eye, concludiamo anche quest’altro. Un tour nel tour, ovvero, altre nove tappe intitolate: Happy Fucking Birthday, per festeggiare con tutta la bella gente che mi sostiene da una vita, i miei fottutissimi settanta anni di rock’n roll!

Gixy: Pino, anzi Pino Scotto come il grande pubblico ti conosce, ti va di raccontarmi i momenti salienti della tua carriera? Possiamo mettere il rewind sul percorso di un artista che con forza e fatica si è imposto sulla scena dapprima, nazionale e poi anche internazionale?

Pino Scotto: Ti squaglierebbe il telefono se ti raccontassi cinquant’anni di notti vissute on the road tra live e….(ride, meglio non riferire i dettagli), il duro lavoro in fabbrica. Facevo l’operaio in fabbrica ed ogni mattina ero al cancello per timbrare, a prescindere se avevamo suonato in zona o a centinaia di km di distanza. Non ho mai pensato di mollare il lavoro, nonostante spesso era davvero difficile. All’alba, sai quante volte i miei compagni mi hanno lasciato all’ingresso della fabbrica e finalmente loro andavano a dormire mentre io dovevo affrontare otto ore di duro lavoro?! Non ho mai pensato di mollarlo, poichè sapevo che da quello dipendeva la mia libertà artistica. Avendo una propria economia potevo permettermi di non farmi mettere artisticamente, con le spalle al muro, e di mandare tutti affanculo. Infine posso dirti che avrò fatto circa trentacinque anni senza dormire. (ride)

Gixy: Pino Scotto, la consacrazione nel mondo del rock e dell’ heavy metal, arriva con i Vanadium?

Pino Scotto: Nel ’66 lasciai Monte di Procida e a Napoli iniziai a suonare muovendomi in quel mondo blues dei grandi autori. Poi ancora una band. Ci chiamavamo Gli Ebrei e registrammo anche dei brani ma non furono mai pubblicati. Quegli anni erano tosti e ho perso tanti amici a causa di quella merda chiamata eroina. Ho capito che era il momento di andar via e cosi mi son trasferito a Milano, dove ho fatto il militare e anche un figlio (ride).

Gixy: Se la memoria non mi inganna, nacquero i Pulsar, giusto?

Pino Scotto: Si, si, esatto. I Pulsar, band southern-rock con cui incidemmo: A man on the road/dream, un 45 giri.

Gixy: E dopo? Arrivarono i Vanadium, e quindi il successo?

Pino Scotto: Si, era il 1982 quando uscì Metal Rock e vendemmo 8000 copie, fu davvero esplosivo; ma due anni dopo ci fu la vera bomba. Infatti Game Over vendette 54.000 copie solo in Italia.

Gixy: E poi?

Pino Scotto: E poi un cazzo, la nostra etichetta fallì, quella nuova non fu in grado di supportarci alla stessa maniera e comunque sia, decidemmo di scioglierci e ognuno prese la propria strada.

Gixy: Un sogno infranto?

Pino Scotto: Beh, di sicuro non facevo le capriole di gioia ma dentro di me avvertivo ancora il Fuoco del Rock vivo più che mai, quindi intrapresi il mio percorso da buon lupo! Nel ’92 pubblicai il mio primo lavoro come Pino Scotto.

Gixy: Il grido disperato di mille band ?

Pino Scotto: Si, esattamente proprio quello! A cui contribuiscono l’axe–man di Vasco Rossi, Andrea Braido, Luigi Schiavone, chitarrista di Enrico Ruggeri, e l’armonicista Fabio Treves, e intrapresi un tour con il mio Jam Roll Project, che ci portò sul palco del Monsters of Rock, dove divisi la scena, fra gli altri, con Black Sabbath, Megadeth, Iron Maiden, Pantera, Warrant e Testament. Poi,  Nel 1995 feci un nuovo disco insieme ai Vanadium, Nel cuore del caos, cantato in italiano, con un tour di un anno. E infine, l’ultima band furono i Fire Trails.

Gixy: Pino, io ci tengo a raccontare anche di un altro grande gruppo di cui ti occupi e fai parte.

Pino Scotto: Sarebbe?

Gixy: (questa volta rido io) Sto parlando del Rainbow Project!

Pino Scotto: (ride) Ah, quello è il gruppo del cuore.

Gixy: Puoi raccontarci di che si tratta?

Pino Scotto: Rainbow Belize, creato dalla dottoressa Caterina Vetro, è un progetto  che raccoglie fondi per i bambini orfani e vittime di abusi in Belize. Vi sono circa  sei mila orfani in questa terra del centro America. Bambini che per carenze di strutture finiscono abbandonati per strada, senza alcuna educazione, ne sanità, né cibo o acqua. Troppo spesso questi innocenti diventano vittime di abusi e violenze. Io, dal 2011 insieme a Caterina, cerco di raccogliere fondi per il Rainbow Project. Cerchiamo di portare sviluppo umano nelle comunità indigene di Sihanoukville (Cambogia), Coban (Guatemala), Georgeville e Seine Bight (Belize), per contribuire a migliorare le condizioni di vita di questi bambini, o quelli della discarica di Coban in Guatemala. Altri ancora, sono a forte rischio di prostituzione minorile e mendicanza in Cambogia. Quanta tristezza! E poi vedo quei coglioni che fanno le rockstar, che potrebbero risolvere tante cose e invece…che si diano fuoco!

Gixy: Pino Scotto, abbiamo toccato un tasto che ha dato un altro colore alla telefonata ma è la realtà e non possiamo ignorarla. Per fortuna hai ancora le forze di andare in giro e suonare e quindi aiutare questa gente. Sono sicuro che festeggeremo il 140° compleanno allora. Dio lo sa che servi a questa terra!

Pino Scotto: Spero ti stia ascoltando, altrimenti pazienza porteremo un po di rock ‘n roll lassù! (ride)

Gixy: Grande Pino, qualche accenno sulla serata del 23 a Palermo, svelaci qualcosa, dacci qualche motivo per cui chi ama il rock non deve assolutamente mancare.

Pino Scotto: Ho poco da svelarvi, in quanto come ben sai, io non ho segreti e quel che devo dire lo dico. Che si fottano tutti! (ride). Beh posso svelarti che ho, insieme a Steve Angarthal (chitarra), Devor Juric (basso), Luca Mazzucconi (batteria) il piacere di tornare in Sicilia. Manco da Palermo da circa dieci anni, venivamo spesso allo Zsa Zsa. Beh di motivi per venire…”cazzo ce ne sono un sacco”!

Gixy: Almeno tre ?

Pino Scotto: Ho la voce meglio di quando avevo 20 anni, con noi suonano i Pirati Glam ‘n Roll, i miei amici Deh Delirium Tremens e il biglietto non costa un cazzo e poi sono 70 Anni, non si può mancare. (ride)

Gixy: Un’ultima cosa per chi non verrà al concerto?

Pino Scotto: Datevi Fuoco!

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Di admin