(di Giuseppe Messina)
Arriva la nona edizione del Minimo Teatro Festival del Piccolo Teatro Patafisico di Palermo. La nona edizione del Festival Nazionale di Corti di Danza e Teatro avrà luogo al Piccolo Teatro Patafisico dal 27 al 31 marzo. Delle 85 proposte ne sono state scelte 11. Come ogni anno, oltre ai corti in concorso, il pubblico potrà godere di due spettacoli fuori concorso che quest’anno sono: “ Un po’ di più” di e con Lorenzo Covello e Zoé Bernabéu, spettacolo vincitore MTF 2017 che andrà in scena il 27 marzo alle ore 21 alla Sala Strehler del Teatro Biondo e “ Kriptonite” con Giuseppe Macauda, regia Orazio Condorelli, menzione speciale MTF 2017 che andrà in scena il 31 marzo alle 21 al Piccolo Teatro Patafisico di via Gaetano La Loggia 5. Il Festival è l’occasione per Palermo di accogliere compagnie e artisti da tutto il territorio nazionale che porteranno qui le loro opere e si contenderanno un premio di produzione in denaro (di mille euro) e la possibilità di partecipare di diritto aPresente Futuro – Festival internazionale del Teatro Libero di Palermo, partner del Festival. Gli undici corti saranno giudicati da una giuria che deciderà l’assegnazione di questi premi e di eventuali altre menzioni speciali. Novità dell’edizione 2019 è una tavola rotonda in programma per il 30 marzo, dedicata agli addetti ai lavori sui temi della formazione, coinvolgimento e partecipazione del pubblico in Teatro. Tra gli altri prenderanno parte alla discussione: Lucia Franchi, drammaturga e fondatrice del Kilowatt Festival di San Sepolcro e di Capotrave capofila del progetto europeo BeSpectactive; Anna Gesualdi fondatrice e direttrice di TeatrInGestAzione e Altofest di Napoli; Alessandro Toppi, giornalista e critico teatrale, direttore di Pickwick e redattore di Hystrio; Miriam La Rocca redattrice culturale e critico teatrale, mediatore teatrale all’interno della Casa dello Spettatore di Roma per cui cura progetti di educazione alla visione e formazione del pubblico; Margherita Ortolani, drammaturga, regista, attrice e curatrice del progetto Diverse Visioni. La giuria di quest’anno è composta da: Giuseppe Cutino, attore, regista e autore teatrale, insegnante presso la Scuola dei Mestieri del Teatro Biondo; Lucia Franchi, drammaturga e fondatrice del Kilowatt Festival di San Sepolcro; Anna Gesualdi fondatrice e direttrice di TeatrInGestAzione e Altofest di Napoli; Luca Mazzone, regista e direttore artistico del Teatro Libero di Palermo; Alessandro Toppi, giornalista e critico teatrale, direttore di Pickwick e redattore di Hystrio. A questi nomi si aggiungono Rossella Pizzuto e Laura Scavuzzo, direttrici del Piccolo Teatro Patafisico e fondatrici del Festival. «La scelta della Giuria e degli spettacoli fuori concorso, – racconta Rossella Pizzuto, fondatrice del Piccolo Teatro Patafisico – risponde sempre alla stessa esigenza che è quella da cui nasce il Festival: ossia sostenere le produzioni teatrali indipendenti, dando loro occasioni di visibilità e circuitazione e portare a Palermo occhi esperti che possano scambiare esperienze e pareri sia attraverso la discussione attorno ai lavori teatrali che, da quest’anno, anche rispetto alle dinamiche organizzative e alle riflessioni sui pubblici».
Partner di questa nona edizione sono: M’Arte, Diaria, Teatro Libero e Blitz, inoltre anche quest’anno rimane confermata e cresce la presenza al Festival di Diverse Visioni – progetto di inclusione teatrale di Blitz in collaborazione con il Piccolo Teatro Patafisico. Una giuria diverse visioni, composta da giovani migranti, parallelamente a quella ufficiale, incontrerà gli artisti e scambierà con loro pareri e punti di vista. «Il Festival ha di solito organizzato momenti formativi rivolti agli artisti, – continua Rossella Pizzuto – questa volta, grazie anche alle specifiche esperienze dei componenti della Giuria, abbiamo voluto creare un momento di riflessione sui temi della partecipazione agli eventi culturali e in modo particolare al teatro. Gli ospiti ci porteranno le loro esperienze di Festival con una forte componente di partecipazione e l’esperienza del progetto europeo BeSpectactive. Vorremmo però che fosse un momento non solo di confronto e ascolto di esperienze d’ispirazione ma anche un momento di coprogettazione per immaginare un agire comune di diversi soggetti teatrali in città. Sarebbe bello che si iniziasse a pensare e a lavorare come un settore unito, che ha gli stessi obiettivi. Il lavoro sul pubblico, per come lo vediamo noi, non è un affare privato, non si tratta di vendita di biglietti e marketing, almeno non solo. Si tratta di dialogare con i pubblici della città, di invitarli a prestare parte della loro attenzione al teatro, di proporgli come partecipare, per questo pensiamo possa essere un lavoro che la comunità degli operatori culturali fa insieme».

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