Eugenio Corini, indimenticato ex centrocampista e capitano e successivamente allenatore del Palermo, è stato intervistato in esclusiva da Rosario Carraffa e Gabriele Di Tusa per TuttoPalermo.net durante “Today Sport”, trasmissione radio e tv in onda ogni sabato e domenica dalle 14:05 alle 17:00 su Radio Tivù Azzurra.
Ti aspettavi un campionato così con la Juventus in dominio e le ultime tre proiettate verso la B?
“La Juventus era sicuramente la favorita, ha acquisito i migliori giocatori di Roma e Napoli, ovvero Pjanic ed Higuain, ed ha confermato di essere una macchina inarrestabile. In zona retrocessione si è capito subito che le squadre in lotta sarebbero state quelle quattro, adesso la vera lotta è tra Empoli, Genoa e Crotone, vedremo chi riuscirà a mantenere la categoria”.
In questi anni c’è stata una crescita europea da parte dei bianconeri…
“Due anni fa la Juventus ha sconfitto il Real in semifinale per poi perdere la finale con il Barcellona, è la seconda finale in tre anni. La squadra di due anni fa era fortissima ma non c’era l’abitudine di lottare per vincere in Europa, adesso il discorso è diverso, non vedo la Juventus sfavorita, si giocherà la finale ed ha tutte le carte in regola per vincerla”.
Che ricordi hai del 2003/2004 e che emozioni hai provato da allenatore rosanero?
“Sono stato fortunato ad arrivare a Palermo da calciatore nel momento giusto, la squadra in quell’anno fu migliorata con ottimi acquisti anche a gennaio, ci fu una grandissima cavalcata con un’entusiasmo incredibile in città. Quella squadra fu protagonista anche in Serie A facendo un buon corso anche in Europa. Da allenatore sono arrivato con entusiasmo in un momento di grandissima difficoltà, speravo di poter costruire un’impresa nonostante le grandissime difficoltà, in tutta onesta ho deciso poi di rassegnare le dimissioni e dare il compito a qualcun’altro per vari motivi”.
Secondo te con due o tre innesti a gennaio il Palermo avrebbe potuto salvarsi?
“La squadra sicuramente si poteva migliorare con giocatori funzionali per il progetto tattico, non servivano stravolgimenti ma con qualche tassello si poteva senza dubbio fare qualcosa. Si doveva creare compattezza tra società, giocatori, staff, stampa e tifoseria, consapevoli tutti delle difficoltà si poteva giocare in modo diverso vedendo anche un calendario favorevole a fine stagione. Sono mancate tutte queste cose. Tutte le società possono avere delle annate sbagliate, il Palermo per tanti anni è stata una società modello, ha avuto giocatori che adesso sono stelle a livello mondiale. Sbagliare ci sta, la cosa importante è saper rialzarsi, capire gli errori e non ripeterli. Certo è che se le cose vanno in un certo modo evidentemente degli errori ci sono stati”.
Se il Palermo in futuro ti chiamasse per tornare ancora da allenatore, accetteresti?
“Ci sono dei passaggi fondamentali, la cessione societaria sarà importantissima per capire quale sarà il futuro del Palermo. Io non mi sono mai proposto, sono un professionista, sono molto legato a Palermo e se dovesse arrivare una chiamata ovviamente non rifiuterei a prescindere. Ma prima di pensare a tutto questo bisognerà vedere quale sarà il futuro della società”.
Questa rosa, secondo te, ha bisogno di essere stravolta per poter vincere la B?
“Penso che a volte sia il contesto a dar valore ad un giocatore. E’ difficile riuscire ad esprimere le proprie qualità in condizioni particolari e ovviamente ne risente la squadra. Questo campionato del Palermo è figlio proprio di questi problemi”.
Chiudiamo parlando di Rispoli e Nestorovski, elogiati da Baccaglini, come li hai visti?
“Si sono messi in luce con rendimento sempre all’altezza e dando sempre il massimo. La squadra ha perso tutti i trainanti protagonisti della salvezza nella scorsa stagione, è mancata l’esperienza sul campo e per rendimento e costanza loro due sono stati quelli che hanno dato qualcosa in più, ma ho visto molti ragazzi impegnarsi ma se non ci sono le giuste condizioni diventa tutto più difficile”.
Diamanti invece lo terresti in Serie B?
“Ha capacità e qualità importanti, è pronto per fare campionati di un certo livello, anche lui va contestualizzato dal punto di vista tattico in un determinato piano d’azione”.